La valutazione psicologica è un processo d’indagine complesso e sistematico comunicativo finalizzato alla formulazione della diagnosi clinica. Il processo valutativo diagnostico avviene attraverso una serie di colloqui e la somministrazione di test psicometrici volti a rilevare aspetti psicopatologici. La diagnosi psicologica, inserita all’interno di una concettualizzazione della persona considerata nella sua unicità, è il frutto di una raccolta sistematica di informazioni riguardanti le caratteristiche psicologiche e comportamentali. Essa consente di:
- Rilevare la presenza e la gravità di una disturbo psicopatologico;
- Individuare le caratteristiche di personalità’ (analizzando i tratti di personalità funzionali e disfunzionali);
- Concettualizzare il disturbo in relazione alla storia personale;
- Individuare possibili strategie d’intervento.
La valutazione diagnostica si svolge in un numero variabile di incontri (mediamente 5– 6 incontri); nei quali lo psicologo raccoglie informazioni attraverso, osservazioni, colloqui clinici e test standardizzati (questionari, inventari di personalità, test proiettivi), al fine di compiere una successiva analisi delle caratteristiche psicologiche e comportamentali. Inoltre, lo psicologo individua motivazioni, bisogni, aspettative, processi cognitivi e intrapsichici eventuale idoneità psicologica a svolgere specifici compiti.
In particolare, la diagnosi clinico-psicologica si fonda sulla valutazione delle seguenti componenti:
- comportamenti
- abitudini
- stili di vita
- tratti stabili di personalità
- sintomi psicopatologici
- tratti psicopatologici
- quadro neuropsicologico e delle funzioni cognitive
- profilo psicofisiologico
- quadro del funzionamento generale psiconeuroendocrino
- storia attuale e pregressa del soggetto
- fattori di esordio e mantenimento dei sintomi
- gestione dell’emotività
- variabili interpersonali ed ambientali
La valutazione psicodiagnostica può essere effettuata in ambito clinico o in ambito giuridico per finalità legali.
Valutazione psicologica in ambito clinico: è finalizzata a delineare le problematiche portate all’attenzione del clinico, attraverso l’esplorazione degli aspetti strutturali della personalità del paziente, delle sue difficoltà psicologiche o dei suoi disturbi psicopatologici. Ciò consente di pianificare un intervento terapeutico.
Valutazione psicologica in ambito giuridico: ha una finalità legale o peritale. Essa riguarda perizie civilistiche o penalistiche come CTU o CTP, valutazioni del danno esistenziale, valutazione delle capacità cognitive, valutazione dell’idoneità per adozioni o affidamenti, valutazione delle capacità genitoriali in caso di separazione, abuso di minori etc. La valutazione psicologica giuridica rispetto a quella effettuata in ambito clinico, costituisce un procedimento più complesso e delicato poiché richiede l’osservazione di specifiche linee-guida deontologiche e operative nonché l’acquisizione di competenze teorico-pratiche nell’ambito della psicologia giuridica. Il tipo di tecniche e strumenti usati variano di volta in volta, in base al contesto e allo scopo della valutazione, all’età e al tipo delle eventuali difficoltà soggettive. Tuttavia, la valutazione psicologica, personologica e psicopatologica viene effettuata attraverso l’uso integrato di strumenti: colloqui clinici, osservazioni sistematiche, test (ad es. WAIS-R, M.M.P.I-2, Rorschach, DFU, scala SCID etc.) ed esami neuropsicologici.