La PERSONALITA’ è definita come una modalità unica e stabile per ogni individuo di fare esperienza del mondo, che si riflette in uno schema prevedibile di reazioni a una varietà di situazioni. (Costa e McCrae,1989). La personalità rappresenta una modalità complessa ed unica di pensare, sentire (emozioni), comportarsi e relazionarsi di un individuo. La personalità è il frutto della combinazione delle caratteristiche temperamentali e caratteriali, infatti, inizia a formarsi nell’infanzia nel processo d’interazione tra fattori ereditari e ambientali.
I TRATTI DI PERSONALITA’ sono schemi di esperienza interiore e di comportamento relativamente stabili nel tempo.I tratti di personalità a differenza dei sintomi sono Ego-sintonici.
Differenza tra ego-sintonico ed ego-distonico:
- EGO-SINTONICO: comportamento, pensiero o sensazione considerato dall’individuo coerente con il proprio senso di sé.
- EGO-DISTONICO: comportamento, pensiero o sensazione considerato dall’individuo disturbante e indesiderato.
Il DISTURBO DI PERSONALITA’ è caratterizzato dalla presenza di tratti di personalità rigidi, estremi, disadattivi, pervasivi e inflessibili che causano la compromissione del funzionamento soggettivo. ¡I disturbi di personalità hanno esordi nell’adolescenza o nella prima età adulta.
Il Disturbo di personalità è definito come un modello abituale di esperienza o comportamento che si discosta notevolmente dalla cultura a cui l’individuo appartiene e si manifesta in almeno due delle seguenti aree: esperienza cognitiva, affettiva, funzionamento interpersonale e controllo degli impulsi (comportamentale). La maggior parte dei tratti associati ai disturbi di personalità si situa su un continuum tra comportamento normale e patologico.I disturbi di personalità solitamente comprendono versioni estreme di tratti di personalità comuni. Secondo l’approccio cognitivo-comportamentale i disturbi di personalità originino da: credenze, schemi cognitivi e aspettative rigide e disfunzionali che si radicano nell’individuo originando strategie comportamentali disadattive.
CLASSIFICARE, SPIEGARE E TRATTARE I DISTURBI DI PERSONALITÀ
Il Manuale Statistico Diagnostico dei Disturbi Mentali include attualmente 10 disturbi di personalità, raggruppati in 3 cluster (gruppi) basati su alcuni tratti comuni.
Gruppo A: è caratterizzato da comportamenti considerati “strani” o “paranoici” e dalla tendenza del soggetto all’isolamento e alla diffidenza. Comprende:
- Disturbo paranoide di personalità
- Disturbo schizoide di personalità
- Disturbo schizotipico di personalità
Gruppo B: è caratterizzato da comportamenti “emotivi” o “drammatici”, oltre che da mancanza di empatia e altruismo da parte del soggetto. Comprende:
- Disturbo antisociale di personalità
- Disturbo borderline di personalità
- Disturbo istrionico di personalità
- Disturbo narcisistico di personalità
Gruppo C: è caratterizzato da comportamenti “ansiosi” o “paurosi” e da una bassa autostima del soggetto. Comprende:
- Disturbo evitante di personalità
- Disturbo dipendente di personalità
- Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità
I disturbi di personalità condividono quattro principali caratteristiche:
- Pensiero distorto
- Risposte emotive problematiche
- Eccessiva o ridotta regolazione degli impulsi
- Difficoltà interpersonali
Tuttavia, la classificazione dei disturbi di personalità è culturalmente e storicamente relativa perché diverse culture e diversi periodi storici contemplano differenti norme di comportamento sociale. Sulla base dei fondamentali concetti chiave di relativismo storio e culturale, alcune diagnosi di disturbo di personalità sono state modificate nel tempo.
SPIEGARE LA FORMAZIONE DEI DISTURBI DI PERSONALITA’
Il modello eziopatologico più accreditato è quello “bio-psico-sociale” secondo il quale la causa dei disturbi mentali sia attribuibile all’interazione tra fattori biologici (predisposizione ereditaria), psicologici e sociali (ambientali).
I DISTURBI DI PERSONALITA’
DISTURBO PARANOIDE DI PERSONALITÀ
Disturbo caratterizzato da estrema diffidenza e sospettosità.
- Sospetti non realistici di venir sfruttati o danneggiati
- Dubbi ingiustificati sulla lealtà degli amici
- Paura di confidarsi con gli altri, fraintendimento delle parole altrui, come semplici rimproveri o altro, verso significati più minacciosi;
- Prevalenza di rancore verso gli altri;
- Sentimento ingiustificato di venire attaccati o danneggiati, e tendenza a reagire;
- Paura ingiustificata di essere tradito dal coniuge.
SPIEGARE IL DISTURBO PARANOIDE DI PERSONALITÀ: In generale ritiene che le esperienze infantili modellino gli schemi di pensiero, stabiliscano le strategie interpersonali e influenzino gli schemi di percezione e di comportamento che si configurano come tratti di personalità.Il disturbo paranoide di personalità è spiegato in termini di credenze e aspettative disfunzionali e rigide, dalle quali derivano strategie di comportamento disfunzionali che perpetuano il ciclo di paranoia.
DISTURBO SCHIZOIDE DI PERSONALITÀ
Il Disturbo Schizioide è caratterizzato da distacco dalle relazioni sociali, ristretta gamma di espressioni o modalità emotive nelle situazioni interpersonali. Il soggetto non prova desiderio o piacere ad avere relazioni strette con altre persone, inclusa la famiglia.
- Predilige quasi sempre attività solitarie o che implicano relazioni del tutto superficiali;
- Ha poco o nessun interesse in relazioni ed esperienze sessuali reali;
- Non prova vero piacere in nessuna o quasi attività;
- Manca di amicizie strette o confidenti oltre ai parenti di primo grado;
- Appare emotivamente indifferente a critiche o elogi;
- Dimostra “freddezza” emozionale, distacco oppure appiattimento affettivo.
SPIEGARE IL DISTURBO SCHIZOIDE DI PERSONALITÀ: ruolo centrale di credenze disfunzionali relative al valore positivo del proprio distacco dagli altri e al coinvolgimento umano come eccessivamente complicato e doloroso.
DISTURBO SCHIZOTIPICO DI PERSONALITA’
Il Disturbo Schizotipico è caratterizzato da eccentricità del comportamento, distorsioni cognitive (o percettive), disagio nelle relazioni sociali.
- Idee di riferimento (idee ricorrenti che però non siano idee fisse);
- Credenze insolite o stile di pensiero “magico”, tale da influenzare il comportamento e non attinente alle norme e credenze del sostrato culturale (es: superstizione, chiaroveggenza, telepatia, sesto senso, negli adolescenti fantasie bizzarre);
- Esperienze percettive insolite o stile espressivo con contenuto verbale oscuro (vago, circostanziale o “tangenziale”, metaforico, troppo elaborato o stereotipato);
- Sospettosità o ideazione paranoide;
- Affettività ridotta, rigida e trattenuta o inappropriata ai contesti;
- Comportamento o apparenza strani, eccentrici;
- Assenza di amici stretti o confidenti all’infuori di parenti di primo grado;
- Ansia sociale eccessiva, che non diminuisce familiarizzando con la persona e, diversamente dal disturbo evitante, tende a essere associata a paure di struttura paranoide e non a giudizi negativi su sé stesso.
Il disturbo schizotipico di personalità differisce da quello paranoide e schizoide per la presenza di comportamenti, aspetto o pensieri strani o eccentrici, idee di riferimento e pensiero magico.
SPIEGARE IL DISTURBO SCHIZOTIPICO DI PERSONALITÀ: il disturbo schizotipico è spiegato in termini di schemi di pensiero insoliti e disadattivi, difficoltà nel cogliere gli indizi interpersonali, opinioni altamente idiosincrasiche sulle relazioni di causalità.
DISTURBO ANTISOCIALE DI PERSONALITA’
Disturbo caratterizzato da inosservanza e violazione dei diritti degli altri fin dall’età di 15 anni, che si manifesta con almeno 3 dei seguenti elementi:
1.Incapacità di conformarsi alle norme sociali per quanto riguarda il comportamento legale, con ripetersi di condotte suscettibili di arresto.
- Disonestà: il soggetto mente, usa falsi nomi, truffa gli altri;
- Impulsività o incapacità di pianificare;
- Irritabilità e aggressività;
- Inosservanza della sicurezza propria e degli altri;
- Irresponsabilità: incapacità di far fronte a obblighi finanziari o di sostenere un’attività lavorativa con continuità;
- Mancanza di rimorso;
2.L’individuo ha almeno 18 anni.
3.Presenza di un Disturbo della Condotta con esordio precedente ai 15 anni.
4.Il comportamento antisociale non si manifesta esclusivamente durante un episodio maniacale o nel decorso della schizofrenia.
SPIEGARE IL DISTURBO ANTISOCIALE DI PERSONALITA’: nell’origine del disturbo antisociale giocherebbe un ruolo chiave il modellamento o apprendimento per osservazione e il rinforzo genitoriale di comportamenti manipolativi o abusanti.
DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA’
Disturbo caratterizzato da una modalità pervasiva di instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e dell’umore e una marcata impulsività comparse nella prima età adulta e presenti in vari contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi:
- Sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono;
- Relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate dall’alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione;
- Alterazione dell’identità: immagine di sé e percezione di sé marcatamente e persistentemente instabili;
- Impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto (quali spendere oltre misura, sessualità promiscua, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate etc;
- Ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari o comportamento automutilante;
- Instabilità affettiva dovuta a una marcata reattività dell’umore (es. episodica intensa disforia o irritabilità e ansia, che di solito durano poche ore e, soltanto più raramente più di pochi giorni);
- Sentimenti cronici di vuoto;
- Rabbia immotivata ed intensa o difficoltà a controllare la rabbia (es. frequenti accessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici etc.);
- Ideazione paranoide o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress.
SPIEGARE IL DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA’: ruolo chiave del pensiero dicotomico, dell’interpretazione estrema degli eventi e delle risposte comportamentali impulsive e drammatiche disadattive.
DISTURBO ISTRIONICO DI PERSONALITA’
Disturbo caratterizzato da emotività eccessiva e superficiale volta ad attirare l’attenzione.
- Disagio in situazioni nelle quali non è al centro dell’attenzione;
- L’interazione con gli altri è spesso caratterizzata da comportamento sessualmente seducente o provocante;
- Manifesta un’espressione delle emozioni rapidamente mutevole e superficiale;
- Costantemente utilizza l’aspetto fisico per attirare l’attenzione su di sé;
- Lo stile dell’eloquio è eccessivamente impressionistico e privo di dettagli;
- Mostra autodrammatizzazione, teatralità, ed espressione esagerata delle emozioni;
- E’ suggestionabile, per esempio è facilmente influenzato dagli altri e dalle circostanze;
- Considera le relazioni più intime di quanto non siano realmente.
SPIEGARE IL DISTURBO ISTRIONICO DI PERSONALITA’: ruolo chiave della credenza disfunzionale di non essere in grado di prendersi cura di stessi e perciò di dover ricercare l’attenzione e l’approvazione degli altri. Pensieri distorti relativi a se stessi e alle proprie capacità sarebbero all’origine dei comportamenti drammatici, teatrali ed eccessivamente emotivi finalizzati ad attirare l’attenzione.
DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITA’
Disturbo caratterizzato da un senso di estrema grandiosità, bisogno di ammirazione e carenza di empatia.
- Senso grandioso del sé ovvero senso esagerato della propria importanza;
- È occupato/a da fantasie di successo illimitato, di potere, effetto sugli altri, bellezza, o di amore ideale;
- Crede di essere “speciale” e unico/a, e di poter essere capito/a solo da persone speciali; o è eccessivamente preoccupato da ricercare vicinanza/essere associato a persone di status (in qualche ambito) molto alto;
- Desidera o richiede un’ammirazione eccessiva rispetto al normale o al suo reale valore;
- Ha un forte sentimento di propri diritti e facoltà, è irrealisticamente convinto che altri individui/situazioni debbano soddisfare le sue aspettative;
- Approfitta degli altri per raggiungere i propri scopi, e non ne prova rimorso;
- È carente di empatia: non si accorge (non riconosce) o non dà importanza a sentimenti altrui, non desidera identificarsi con i loro desideri;
- Prova spesso invidia ed è generalmente convinto che altri provino invidia per lui/lei;
- Modalità affettiva di tipo predatorio (rapporti di forza sbilanciati, con scarso impegno personale, desidera ricevere più di quello che dà, che altri siano affettivamente coinvolti più di quanto lui/lei lo è).
SPIEGARE IL DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITA’: ruolo chiave degli schemi cognitivi distorti legati al narcisismo che conducono a forme estreme di autovalutazione. Possibile sottostante senso di inadeguatezza e bassa autostima che vengono contrastati con l’arroganza, la vanità e l’autoriferimento. I soggetti con un disturbo narcisistico di personalità utilizzano in modo massiccio i meccanismi di difesa di idealizzazione (di sé) e svalutazione (degli altri) al fine di difendersi dai propri sentimenti d’inferiorità.
DISTURBO EVITANTE DI PERSONALITA’
Disturbo caratterizzato da inibizione sociale, sentimenti di inadeguatezza e ipersensibilità alle valutazioni negative.
- Evita attività professionali che implicano significativi contatti personali, a causa di timori di critiche, disapprovazioni o rifiuti;
- È riluttante a coinvolgersi con la gente a meno di avere la certezza di essere accettati;
- Mostra ritegno all’interno di relazioni intime a causa del timore di essere deriso o ridicolizzato;
- È preoccupato di essere criticato o rifiutato in situazioni sociali;
- È inibito nelle nuove situazioni interpersonali a causa di sensazioni di inadeguatezza;
- Vede se stesso come socialmente incapace, non attraente a livello personale o inferiore agli altri;
- È insolitamente riluttante a intraprendere rischi personali o di impegnarsi in qualsiasi nuova attività perché può provare imbarazzo.
SPIEGARE IL DISTURBO EVITANTE DI PERSONALITA’: ruolo chiave giocato dalle credenze disfunzionali relative alla critica e al rifiuto degli altri. Possibili esperienze infantili dolorose di estrema vergogna. I soggetti con disturbo evitante ricorrono ampiamente al meccanismo di difesa del ritiro e della fuga nella fantasia, immaginando di essere accettati o capaci di difendersi dagli altri.
DISTURBO DIPENDENTE DI PERSONALITA’
Disturbo caratterizzato da comportamenti sottomessi e di fedeltà relativi all’eccessivo bisogno di cure da parte degli altri.
- Ha difficoltà a prendere le decisioni quotidiane senza richiedere un’eccessiva quantità di consigli e rassicurazioni;
- Ha bisogno che altri si assumano la responsabilità per la maggior parte dei settori della sua vita;
- Ha difficoltà ad esprimere disaccordo verso gli altri per il timore di perdere supporto o approvazione;
- Ha difficoltà ad iniziare progetti o a fare cose autonomamente (per una mancanza di fiducia nel proprio giudizio o nelle proprie capacità piuttosto che per mancanza di motivazione od energia);
- Può giungere a qualsiasi cosa pur di ottenere accudimento e supporto da altri, fino al punto di offrirsi per compiti spiacevoli;
- Si sente a disagio e indifeso quando è solo per timori esagerati di essere incapace a provvedere a se stesso;
- Quando termina una relazione stretta ricerca urgentemente un’altra relazione come fonte di accudimento e di supporto;
- Si preoccupa in modo non realistico di essere lasciato a provvedere a se stesso.
SPIEGARE IL DISTURBO DIPENDENTE DI PERSONALITA’: un ruolo chiave è svolto dalle credenze disfunzionali relative al proprio senso d’impotenza e inadeguatezza malgrado ampie prove del contrario. Le ricerche indicano che i soggetti altamente dipendenti sono stati cresciuti da genitori che punivano i comportamenti assertivi e d’indipendenza, ricompensando quelli di attaccamento e dipendenza. I meccanismi di difesa più comunemente utilizzati sono:
- La regressione (infantile)
- L’identificazione (con il genitore impotente o dipendente)
- L’idealizzazione (della figura di accudimento)
DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO DI PERSONALITA’
Disturbo caratterizzato da intensa preoccupazione per l’ordine, il perfezionismo e il controllo, a spese della spontaneità, della flessibilità e del divertimento.
- Preoccupazione eccessiva per le liste, i dettagli e l’organizzazione a discapito dell’obiettivo generale;
- Perfezionismo che interferisce con la riuscita di un lavoro in tempi rapidi;
- Eccessiva dedizione al lavoro (non giustificata da necessità economiche) con conseguente riduzione del tempo dedicato ad attività ricreative;
- Incapacità a gettare oggetti vecchi o inutili, anche quando privi di valore affettivo;
- Inflessibilità su posizioni etiche e/o morali (non giustificate dall’appartenenza politica o religiosa);
- Riluttanza a delegare compiti o a lavorare in gruppo;
- Stile di vita eccessivamente parsimonioso sia verso sé stessi che verso gli altri;
- Rigidità e testardaggine.
SPIEGARE IL DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO DI PERSONALITA’: un ruolo chiave è giocato dalle credenze distorte relative all’ordine, alla produttività, alle regole e ai dettagli che determinano uno stile cognitivo irrazionale.
TRATTAMENTO DEI DISTURBI DI PERSONALITA’
L’approccio cognitivo-comportamentale propone un trattamento basato essenzialmente sull’individuazione e la modifica delle aspettative e delle credenze distorte (schemi cognitivi) relative al sé, agli altri e al mondo (triade cognitiva) dei soggetti con un disturbo di personalità.
TERAPIA DIALETTICO – COMPORTAMENTALE (TDC): Training basato sui principi cognitivo comportamentali finalizzato a cambiare il modo in ci il paziente pensa alle proprie esperienze, procedendo in modo gerarchico nel raggiungimento di una serie di obiettivi comportamentali. La TDC sembra esser uno dei trattamenti più promettenti per il disturbo borderline di personalità, in quanto si focalizza sul ruolo della disregolazione emotiva nell’origine e nello stabilizzarsi del disturbo.